Silvio Magnozzi, disertore e poi partigiano sul lago di Como, sta per essere ucciso da un tedesco ma si salva grazie a Elena che poi lo nasconde. Tra i due nasce una relazione, ma una sera lui sparisce. Dopo la fine della guerra, Silvio lavora a un quotidiano comunista che gli affida un’inchiesta dalle parti dove lei l’aveva nascosto, e perciò si ritrova con Elena. Questa volta si sposano. Parallelamente, le vicende italiane del dopoguerra: il referendum repubblicano (1946), le elezioni del pericolo comunista (1948), la ricostruzione e la riconversione delle industrie, le lotte di classe, gli affari e la politica intrecciati con il boom economico. Tra i due è la crisi, Silvio è un idealista, Elena una donna pratica. Quando lui viene arrestato per essere stato presente a delle sommosse, inizia lo sfascio della coppia: lei parte portandosi via il bambino che hanno fatto. Lui si districa: cerca di vendere un soggetto per un film, prova anche a riconquistarla recandosi a Viareggio, ma lei non lo vuole più. Quando più tardi la madre di Elena muore, Silvio si presenta inaspettato al funerale con un’auto lussuosa e questa volta riesce a riportarla indietro: adesso non fa più il comunista e l’idealista che tenta di scrivere, ma ha accettato di lavorare per un affarista, è il suo tuttofare, con posto fisso. Forse anche loro raggiungeranno quel benessere a cui aspirano tutti e contro il quale lui s’era ribellato per coerenza. Durante una festa, però, il commendatore per il quale Silvio lavora lo umilia e in lui scatta qualcosa del vecchio orgoglio: gli dà uno schiaffo e lo fa cadere in piscina. Se ne va, fiero del suo gesto di rivalsa. Ci saranno conseguenze, forse altri litigi con Elena, o forse Silvio accetterà altri compromessi: il finale è aperto.
Note a margine
Storia dell’Italia dal dopoguerra agli anni del boom economico attraverso la vicenda di un perdente che cerca riscatto e dignità nel paese che cambia, Una vita difficile è uno dei capolavori della commedia “all’italiana”, in cui gli spunti di satira sociale e dramma convivono felicemente dando uno dei più acuti ritratti del bel paese e dei suoi abitanti. Risi, con una regia lucida e partecipe, raggiunge uno dei suoi risultati più celebrati, anche grazie alla sceneggiatura ricca e densa di Rodolfo Sonego, tra i più importanti sceneggiatori italiani. È Sonego infatti che ha regalato i personaggi migliori alla carriera di Alberto Sordi, che qui con Silvio Magnozzi raggiunge uno degli apici della sua carriera. Lo stesso Sordi in una delle ultime interviste rilasciate dichiarò che quello era il personaggio da lui interpretato che preferiva, seguito dal Giovanni Vivaldi di Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli.
Numerose le sequenze presenti in un’ipotetica antologia del cinema italiano: dalla cena con i monarchici durante la vittoria del referendum sulla Repubblica alla scena degli sputi sulle auto a Viareggio, fino all’indimenticabile pugno con cui Magnozzi risponde alle numerose umiliazioni del suo nuovo capo.
Una vita difficile ha vinto 2 David di Donatello (per la produzione di Dino De Laurentiis e l’interpretazione di Lea Massari nel ruolo di Elena) e ha ricevuto 3 candidature ai Nastri d’Argento (per le interpretazioni di Sordi e Massari e per la sceneggiatura di Sonego). Tra le presenze eccellenti si segnalano Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Alessandro Blasetti nella parte di loro stessi.