Guido è timido, riservato, coltissimo. Antonia irrequieta, permalosa e orgogliosamente ignorante. Lui portiere di notte appassionato di lingue antiche e di santi. Lei aspirante cantante e impiegata in un autonoleggio. La mattina presto, quando Guido torna dal lavoro, la sveglia con la colazione e finiscono col far l’amore. Tutti i santi giorni.
Sono i protagonisti di una divertente e romantica storia d’amore vissuta in una metropoli complicata come Roma, con dei vicini di casa rozzi, allegri e disperati e alle spalle due famiglie d’origine che non potrebbero essere più distanti. Un amore che sembra indistruttibile, finché il pensiero non mette in moto conseguenze imprevedibili.
Dalla Scheda PDF di approfondimento
Semplice, intimo, tenero, delicato, sono tra gli aggettivi che ricorrono di più nel descrivere la storia di Tutti i santi giorni, ma anche nel modo di filmarla di Virzì. La storia del desiderio e della difficoltà di avere figli da parte di una giovane coppia di conviventi, ma anche una storia di sorprendenti armonie e acuti contrasti psicologici e sociali. Il film è liberamente tratto dal romanzo La generazione di Simone Lenzi, cantante, scrittore e co-sceneggiatore. Ma, volendo, possiamo aggiungere altri riferimenti letterari, come il racconto di Italo Calvino, L’avventura di due sposi e, perché no, risalendo molto indietro, l’apparentemente incongruente storia della Mandragola di Machiavelli.
Dalle Note di regia
Il film racconta la cronaca della speranza di Guido e di Antonia di diventare genitori. E di come questo loro amore ad un certo punto sia anche messo a dura prova dagli ostacoli incontrati nel tentativo di coronare questo loro sogno ostinato. Si tratta ancora una volta, credo, di una commedia, romantica, in equilibrio tra ironia e tenerezza, con un cast dal sapore veristico, ambientata nel fascino inquietante della Roma di oggi, e con una vicenda ispirata a qualcosa di autentico e penoso, ma che abbiamo cercato di raccontare con la grazia e la semplicità di una moderna fiaba.