Sangue è la storia di uno strano incontro: quello tra l’attore e regista Pippo Delbono e Giovanni Senzani, ex-leader delle Brigate Rosse. Un incontro dove s’intrecciano le storie di due donne: la madre di Pippo, Margherita, fervente cattolica, e Anna, la moglie di Giovanni, contraria da sempre alla lotta armata, che ha deciso di aspettarlo nei 23 anni di prigionia. Due donne che si ammalano e muoiono a qualche giorno di distanza, lasciando i due uomini feriti e indifesi, improvvisamente soli. Pippo Delbono continua, come nel film precedente Amore carne, a filmare con il suo cellulare o la sua piccola camera per essere presente, per osservare, per testimoniare quei momenti unici irripetibili della sua vita, gli ultimi giorni di sua madre; ma anche quei momenti unici irripetibili in cui Giovanni decide di raccontare quelle cose che lui, brigatista, non pentito, non aveva mai raccontato prima. E in questi stessi giorni anche L’Aquila, la città sgretolata dal terremoto e interamente svuotata dei suoi abitanti, attende che qualcuno finalmente le restituisca la vita.
Dalle Note di regia
Sangue è un film che racconta una storia scritta dalla vita. “Non potrei mai fare un’opera d’arte che non sia contaminata dalla mia vita”, scriveva Antonin Artaud, il poeta che è rimasto rinchiuso per molti anni in manicomio. In questo film s’incrociano due vite diverse, apparentemente così lontane da sembrare inavvicinabili tra loro. Mia madre, con la sua passione per Dio, e Giovanni, l’ex-terrorista che non ha mai raccontato, che ha preferito il silenzio. E in mezzo a loro un’ombra silenziosa, Anna, la compagna di Giovanni che l’ha aspettato fino a vederlo libero per andarsene anche lei come mia madre, come le persone che amiamo, che abbiamo amato, che ci hanno amato, come le persone che abbiamo ucciso, come le persone a cui abbiamo dato la vita. Come le persone che ci hanno dato la vita.