Due sposi novelli arrivano in viaggio di nozze a Roma dove lei, appassionata di fumetti e fotoromanzi, vuole deviare dal programma stabilito e far visita al suo eroe preferito. Suggestionati dalla grande città i due rivelano tutta la loro provincialità: lei, Wanda, è ingenua e distratta; lui, Ivan, finge una sicurezza che non ha. Quando lei vuole vedere lo “sceicco bianco” dei suoi sogni, si smarrisce in un ballo e finisce tra le comparse vestita da odalisca, quindi si trova costretta a difendersi dagli assalti baldanzosi di Fernando, seduttore squallido, che appunto impersona il suo eroe da fotoromanzo. Il marito, intanto, accortosi della scomparsa di lei, tenta di tenere a bada i parenti spiegando che sta per tornare, quindi di denunciarne la scomparsa, ma non è creduto. Alla fine si trova a vagare per la città e si fa ospitare la notte da due ragazze di strada. Wanda, delusa, si butta nel fiume ma viene salvata e portata al manicomio. I due alla fine riescono a ricongiungersi ma non hanno tempo per le spiegazioni perché devono prepararsi all’udienza pontificia.
Note a margine
Debito alla propria carriera di vignettista, caricaturale, sognante, questo è il primo film di Fellini da solo, in cui sono presenti diversi suoi temi successivi: la goffaggine, le fanfare grottesche, lo stupore, la Roma turistica, il dietro le quinte dello spettacolo, la disponibilità a lasciarsi illudere dai propri sogni, quasi a dire che quello onirico è l’unico vero mondo che ci riguarda. È anche il primo film in cui collabora con il fedele musicista Nino Rota. Una delle due peripatetiche, di nome Cabiria, ispirerà inoltre il film Le notti di Cabiria. Presentato al festival di Venezia, il film non ebbe successo al botteghino e, con qualche eccezione, ebbe critiche negative, diventando però nel tempo un piccolo classico della cinematografia italiana, definito da Callisto Cosulich il «primo film anarchico italiano».