Le quattro volte

Anno:
2010
Durata:
90

Sinossi

Un paese calabrese abbarbicato su alte colline da cui si scorge il mar Ionio in lontananza, un posto dove il tempo sembra essersi fermato, dove le pietre hanno il potere di cambiare gli eventi e le capre si soffermano a contemplare il cielo.

Qui vive i suoi ultimi giorni un vecchio pastore. È malato. Crede di trovare la medicina giusta nella polvere raccolta dal pavimento della chiesa, che beve sciolta nell’acqua ogni sera.

Nello spiazzo di terra nera di un ovile, una capra dà alla luce un capretto bianco. Il disagio della vita dura pochi istanti: gli occhi si aprono subito, le zampe già reggono il peso del corpo. Lo schermo è riempito da questa nuova presenza. Il capretto cresce, si irrobustisce, inizia a giocare. Il giorno della sua prima uscita inavvertitamente resta indietro rispetto al resto del gregge e si perde nella vegetazione, fino a quando esausto si abbandona ai piedi di un maestoso abete.

Il grande albero oscilla nella brezza montana. Il tempo passa, le stagioni cambiano in fretta, il grande abete bianco con loro. Il suono della sua chioma riempie il silenzio. All’improvviso un rumore meccanico.

L’abete giace al suolo. È stato mutilato, ridotto al suo scheletro. Il suo legno bianco viene trasformato in carbone attraverso il lavoro antichissimo dei carbonai locali. Lo sguardo si perde nel fumo della cenere.

Una visione poetica sui cicli della vita e della natura, sulle tradizioni dimenticate di un luogo senza tempo. Un film di fantascienza senza effetti speciali, che accompagna lo spettatore in un mondo sconosciuto e magico, alla scoperta del segreto di quattro vite misteriosamente intrecciate l’una nell’altra.

Trailer:
Crew:
regia, soggetto e sceneggiatura Michelangelo Frammartino costumi Gabriella Maiolo scenografia Matthew Broussard suono Paolo Benvenuti Simone Paolo Olivero fotografia Andrea Locatelli montaggio Benni Atria Maurizio Grillo montaggio del suono Daniel Iribarren in collaborazione con Benni Atria organizzatore generale Marco Serrecchia produttore delegato Francesca Zanza prodotto da Gregorio Paonessa Marta Donzelli Susanne Marian Philippe Bober Gabriella Manfré Andres Pfaeffli Elda Guidinetti una produzione Vivo film Essential Filmproduktion Invisibile Film, ventura film in associazione con Altamarea Film Caravan Pass con il sostegno di MIBAC – Direzione Generale Cinema TorinoFilmLab Eurimages Medienboard Berlin Brandenburg Fondazione Calabria Film Commission – Regione Calabria in collaborazione con ZDF/ARTE RSI Televisione svizzera Cinecittà Luce con la collaborazione di Roma Lazio Film Commission CRC Capital Regions for Cinema con il contributo di Comune di Serra San Bruno vendite estere Coproduction Office distribuzione italiana Cinecittà Luce direttore comunicazione Maria Carolina Terzi ufficio stampa Maria Antonietta Curione
Direction notes:
«Le quattro volte è un film in togliere: comincia tradizionalmente, fissandosi sull'uomo, e poi via via sposta il centro dell’attenzione su tutto ciò che gli sta intorno, e che normalmente è poco più che uno sfondo, fino a privare lo spettatore di ogni punto di riferimento. Ovviamente, in questa perdita progressiva del protagonista, si vorrebbe che fosse contenuta anche una scoperta, la scoperta di una pari dignità fra l'umano e gli altri regni. La Calabria, prima che una terra dal fascino arcaico, ancora sede di mestieri ancestrali come quello del carbonaio, che lavora con fumi, forme e materie risalenti alle origini del tempo, è il luogo in cui il sapere popolare, fortemente influenzato dalla scuola pitagorica, mi ha abituato a vedere oltre le cose, a immaginare di continuo la sopravvivenza di qualcosa che transita da un involucro a un altro. È in questa terra che ho imparato a ridimensionare il ruolo dell'uomo, o almeno a distogliere lo sguardo da lui: si può liberare il cinema dalla tirannia dell'umano, che è un privilegio ma anche una condanna alla solitudine? Le quattro volte cerca di incoraggiare questo percorso di liberazione dello sguardo, sollecitando lo spettatore a trovare il nesso nascosto che anima tutto quel che ci circonda. Anche per me questo nesso è stato qualcosa da riscoprire attraverso il cinema, strumento che credo abbia il potere di mettere in evidenza il legame che unisce le materie viventi. Quando vedo un film, ho sempre la sensazione che sulla pellicola si fissi qualcosa che va molto al di là del soggetto ripreso, come se l'immagine fosse una forma di accesso all'invisibile, l'unica che ho saputo sperimentare fino ad ora.» Michelangelo Frammartino

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.