Una giovane signora, presunta vedova, ma in realtà ragazza madre, incontra delle suore che le consegnano la figlia Caterina per andare in vacanza in Liguria. Sul treno da Milano alla costa incontra un sindaco che la invita a scegliere il proprio paese per la villeggiatura, la quale all’inizio si svolge secondo i piani. Quando però i clienti dello stabilimento la riconoscono come prostituta, la donna viene isolata e costretta, nonostante l’aiuto del sindaco che non riesce a smontare il perbenismo dei villeggianti, e per poter restare, a diventare l’amante di un milionario locale.
Note a margine
Opera fondamentale nella carriera di Alberto Lattuada, La spiaggia mostra simpatia per gli emarginati attraverso la polemica anti-borghese e una risentita coscienza morale. Lo schema si basa su un complesso sistema di relazioni tra vari personaggi e differenti classi sociali, in cui non c’è un’opposizione netta tra figure positive e negative, né la scelta finale della protagonista viene presentata come un compromesso indispensabile per sopravvivere all’interno delle convenzioni borghesi. La struttura – definita “divisionista” dal regista – è composta da un mosaico di brevi sequenze che si spostano da un luogo all’altro. Il lavoro di Dario Cecchi, su scenografia e costumi, e di Mario Craveri, alla fotografia, realizzano una precisa idea del regista: la macchia di colore, la pura sensazione cromatica che simboleggia l’importanza delle apparenze rispetto alla verità. I colori dominanti sono verde, azzurro e grigio, con l’esclusione della violenza del rosso. Quando il film uscì provocò un’interrogazione parlamentare per la scena della Moriconi sotto la doccia in bikini, ma forse perché ci si leggeva un riferimento allo scandalo Montesi. Vi è una comparsata di Marco Ferreri nel ruolo di un uomo che vuole smettere di fumare. Il compositore Piero Piccioni si firma come Piero Morgan.