Michele Grassadonia è un fervente ecologista. Molto tempo fa ha lasciato Palermo per trasferirsi a Siena, che lui considera, tra tutte, la città ideale. Da quasi un anno sta portando avanti un esperimento nel suo appartamento: riuscire a vivere in piena autosufficienza, senza dover ricorrere all’acqua corrente o all’energia elettrica. In una notte di pioggia, Michele rimane coinvolto in una serie di accadimenti dai contorni confusi e misteriosi. Da questo momento in poi, la sua esperienza felice di integrazione gioiosa nella città ideale comincerà a vacillare.
Dalla Scheda PDF di approfondimento
Nessun processo può mai concludersi davvero, è sempre presto e ormai tardi, le parole “lei ha una nozione ingenua della verità” o “baso la difesa sull’attacco” si equivalgono e, nel finale, solo si passano fascicoli di mano in mano, in una catena continua di rimandi e attese. La lezione del film, utile ad approfondimenti sul tema della giustizia e della colpa, dell’illusione di giustizia perfetta e della salvaguardia legale (con il corollario di summum ius, summa iniuria), sia in senso realistico e attuale, sia per altri esempi di narrazione cinematografica e letteraria, potrebbe dunque filosoficamente centrarsi sull’inadeguatezza dell’uomo davanti alla verità.
Dalle Note di regia
Generalmente non abbiamo alcun bisogno di rendere conto delle nostre azioni in maniera fedele. Non siamo obbligati all’esattezza. Anzi, il racconto che facciamo di noi e della nostra esperienza è alimentato da forzature e integrazioni, invenzioni e ornamenti che rendono il discorso forse meno vero ma sicuramente più avvincente. Almeno, così crediamo. Possono capitare però nella vita dei momenti in cui le parole diventano cruciali.