Perché ogni volta che Monica torna a casa del padre riaffiorano sempre più frequentemente il dolore e il risentimento legati a vicende della sua infanzia? Perché da qualche tempo avverte un distacco crescente da parte di Vittorio Corradi, il presidente della società di formazione aziendale per cui lavora e con cui ha una relazione? Perché Simona, la sorellastra, sembra rimproverarle il suo successo professionale e il suo tenore di vita, e perché lei non riesce a fare a meno di sentirsi in colpa nei suoi confronti? È solo un desiderio di riparazione che la spinge inoltre ad aiutare il nipote Roberto, un ragazzo di 17 anni, fragile e schivo? Che cosa l’ha spinta a seguire un seminario sull’autoritratto fotografico come strumento per superare il limite che ognuno pone nell’immaginare se stesso?
Le lezioni di formazione ai manager, in cui ha investito tutto il suo talento professionale e la sua abilità, appaiono a Monica sempre più uno strumento con cui le aziende giustificano ristrutturazioni e tagli al personale. La parentesi di una breve relazione con Lorenzo, incontrato al seminario di fotografia, non riesce a distoglierla dalle sue inquietudini.
È come se, improvvisamente, uno strato sotterraneo si fosse smosso dentro di lei, creando un’onda sismica che porta alla superficie tutto il rimosso e rompe il precario equilibrio che la donna aveva trovato, obbligandola a mettere in discussione tutto ciò che ha costruito: lavoro, relazioni, affetti.
Monica sente che a questo punto della sua vita deve fare i conti con il passato. Sente che il suo essere donna è stato condizionato da questo passato che la insegue e che alimenta la sua inquietudine. La morte del padre, malato da tempo, le offrirà la possibilità di una rigenerazione. Potrà così trovare il coraggio di affrontare il sentimento di abbandono e tradimento che prova per Vittorio e la disillusione per aver creduto in un lavoro che ora scopre pieno di ambiguità e inganni.