Un film-inchiesta che affronta la vicenda di Enrico Mattei, imprenditore e uomo politico, ucciso il 27 ottobre 1962. Incaricato di liquidare l’AGIP, l’ente petrolifero creato dal fascismo, di cui fu vice-presidente e consigliere, Mattei, fortemente convinto delle potenzialità di sviluppo della compagnia, non liquidò la società; anzi riorganizzò l’azienda fondando l’ENI e avviando una serie di lavori per lo sfruttamento del metano, gas che consentiva di fornire all’industria energia a basso prezzo. Nonostante gli aspri attacchi e le ripetute minacce, Mattei proseguì per la sua strada restando a capo dell’ente fino alla sua morte, avvenuta quando il bi-reattore personale usato per i suoi spostamenti d’affari esplose e precipitò nelle campagne di Bascapè, a pochi chilometri da Linate.
Note a margine
Per molti anni la morte di Mattei fu considerata frutto di un tragico e misterioso incidente. A indagare sull’accaduto per conto del regista Francesco Rosi, fu il giornalista siciliano Mauro De Mauro, rapito a Palermo nel 1970 e mai più ritrovato. In quegli anni Pier Paolo Pasolini lavorava al romanzo Petrolio, rimasto incompiuto alla sua morte e pubblicato postumo, sul quale aleggia il mistero d’un paragrafo scomparso intitolato “Lampi sull’Eni”. Francesco Rosi dà il suo prezioso contributo attraverso la formula serrata del film-inchiesta (già avviata con Salvatore Giuliano e Le mani sulla città) che comprende repertorio, testimonianze dirette, fiction e interventi del regista, e l’ennesima prova straordinaria di Gian Maria Volontè.
Il film ha vinto la Palma d’oro a Cannes nel 1971 ex aequo con La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri.
Ad oggi le recenti indagini hanno appurato la natura dolosa della morte di Enrico Mattei, ma non vi sono certezze alcune relative agli esecutori e ai mandanti.