I vitelloni

Anno:
1953
Durata:
108

Sinossi

Cinque giovanotti: il presunto intellettuale Leopoldo, l’incallito donnaiolo Fausto, il dubbioso e più maturo Moraldo (l’unico che alla fine lascerà il paese), l’infantile Alberto e l’inguaribile giocatore Riccardo, passano le giornate tra giochi irresponsabili e piccole miserie da perditempo, ma quando una bella ragazza si scopre incinta, il responsabile è costretto a sposarla. Questo non vuol dire però che mette la testa a posto. Si tratta di Fausto e di Sandra, sorella di Moraldo che, stanca dei tradimenti del marito, decide di sparire. Gli amici la cercano, ma cercano anche altre cose: divertimento, lavoro, identità, lunghe chiacchiere e scherzi per passare la giornata, sempre in attesa di qualcosa che non arriva. Quando Sandra ricompare, Fausto sembra essersi ravveduto, ma il suocero decide di dargli una lezione.

Note a margine

Omaggio a Rimini e agli anni della propria adolescenza scanzonata, ossia a quel «tempo amaro e assurdo», come ha detto Ennio Flaiano, il film fa mettere radice nell’immaginario alla parola “vitellone”, data a dei giovanotti borghesi sfaccendati che campano alle spalle delle famiglie. «La noia, la futilità, lo spreco di tempo e della vita stessa, sono descritti con acume, e ironia, ma anche con malinconia e affetto» (Mario Verdone). Il film vinse il Leone d’argento a Venezia e due Nastri d’argento: miglior film e miglior attore non protagonista a Sordi.

Artistic Cast:
Franco Interlenghi (Moraldo) Alberto Sordi (Alberto) Franco Fabrizi (Fausto) Leopoldo Trieste (Leopoldo) Riccardo Fellini (Riccardo) Eleonora Ruffo (Sandra) Jean Brichard (Padre di Fausto) Claude Farell (Olga) Carlo Romano (Michele) Enrico Viarisio (Padre di Moraldo) Paola Borboni (Madre di Moraldo)
Crew:
regia Federico Fellini sceneggiatura Ennio Flaiano Federico Fellini collaborazione al soggetto Tullio Pinelli fotografia Carlo Carlini Otello Martelli Luciano Trasatti montaggio Rolando Benedetti scenografia Mario Chiari musica Nino Rota
Direction notes:
Omaggio a Rimini e agli anni della propria adolescenza scanzonata, ossia a quel «tempo amaro e assurdo», come ha detto Ennio Flaiano, il film fa mettere radice nell'immaginario alla parola "vitellone", data a dei giovanotti borghesi sfaccendati che campano alle spalle delle famiglie. «La noia, la futilità, lo spreco di tempo e della vita stessa, sono descritti con acume, e ironia, ma anche con malinconia e affetto» (Mario Verdone). Il film vinse il Leone d'argento a Venezia e due Nastri d'argento: miglior film e miglior attore non protagonista a Sordi.

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.