Il progetto filmico chiama a raccolta 13 tra i più eminenti registi europei contemporanei per confrontarsi con i fantasmi e le speranze di rinascita che hanno animato l’Europa a partire dallo scoppio della Grande Guerra. Lo spunto è la città Sarajevo, epicentro delle tensioni del Secolo Breve, palcoscenico d’eccezione delle sue drammatiche conflittualità, culture, identità etniche e geoplotiche che qui hanno detonato, disseminando su tutto il continente le sue onde d’urto. Ma Sarajevo è anche il simbolo, il cuore di speranze che sono risorte proprio dalle macerie di quei drammi; l’ideale praticabile di una rinnovata convivenza, della ricostruzione di un progredire civile dell’Europa. Per questo Sarajevo è l’archetipo dei conflitti e delle speranze europee.
Un caleidoscopio di sguardi, un mosaico di registi appartenenti a diverse generazioni e nazionalità accomunati dalla loro eccezionalità e dall’appartenenza a un comune sentire. Non un film di mera ricorrenza (il centenario della Grande Guerra) quanto nuove, a volte sorprendenti, prospettive sul significato stesso di quella guerra e degli eventi che l’hanno succeduta, in un costante alternarsi di agitazioni collettive e sforzi creativi senza eguali.
Al fianco del maestro Jean-Luc Godard, il progetto propone le immagini e le narrazioni di alcuni tra i registi più interessanti ed acclamati delle nuove generazioni che rendono il cinema europeo rigenerato e vitale. I 13 corti che formano il progetto complessivo creano quindi per converso una evocazione a più voci dell’Europa di oggi.
La collezione dei corti, dopo la presentazione al Festival di Cannes, andrà a giugno a Sarajevo, in apertura dell’evento “Sarajevo nel Cuore d’Europa” che apre la rivisitazione del centenario dello scoppio della Grande Guerra.