Un film diretto dal regista Premio Oscar Jonathan Demme su Enzo Avitabile, la sua musica e Napoli. Il progetto nasce dalla stima reciproca tra i due artisti e dal fatto che il regista americano segue da tempo il percorso musicale di Avitabile, protagonista riconosciuto sulla scena internazionale della world music e che ha fatto della continua ricerca e sperimentazione un segno distintivo. La musica ha sempre svolto un ruolo determinante nelle opere dirette da Demme: è evidente dall’uso che ne ha fatto in tutti i suoi film per il grande schermo. Ma questa passione negli anni è stata riversata in numerosi videoclip e, soprattutto, in film-documentari acclamati dal pubblico e dalla critica tanto cinematografica quanto musicale: The Pretenders, New Order, Talking Heads, Bruce Springsteen, Neil Young. Nei suoi ultimi documentari ci ha raccontato l’ex Presidente americano Jimmy Carter ed è stato “sul campo” ad Haiti e New Orleans. Ecco quindi che questo lavoro rappresenta un’incredibile occasione perché lo sguardo di uno dei più grandi registi al mondo possa raccontare non solo la musica di un artista “unico” come Avitabile, ma anche una città, Napoli, con tutte le sue ricchezze e contraddizioni.
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In modo diretto, senza enfasi, Demme ci mostra i luoghi dove vive e lavora Avitabile: conservatori, chiese, teatri storici, cantine, piccoli appartamenti di una Napoli che sembra partorire musica direttamente dal suo ventre. La macchina da presa parla lo stesso linguaggio semplice, schietto, del musicista napoletano. Niente voci fuori campo o domande da intervista. Senza tanti convenevoli, siamo subito dentro il mondo di Avitabile, avvolti, quasi fagocitati dal suo instancabile entusiasmo, dalla sua inesauribile energia creativa. Il musicista sembra parlare direttamente a noi, raccontarsi davanti alla camera anche quando si rivolge a qualcuno che si trova fuori campo, talvolta lo stesso Demme. Nel parlare del suo lavoro non ha nulla dello stereotipo dell’artista scontroso, introverso e solitario che non ama condividere con nessuno i segreti del suo lavoro. Come un bambino, senza alcuno snobismo da musicista “impegnato”, ci mostra, sul suo portatile, un software col quale è possibile scrivere una partitura e poi sentirla suonare. Al contrario di tanti, Avitabile sembra eccitato dall’idea di metterci a parte, con sorprendente umiltà, dell’enorme talento di cui dispone. Dal jazz dei grandi sassofonisti americani al soul, dal rhythm’n’blues alle suggestioni provenienti dall’Africa e dall’Oriente, in una galleria di artisti e strumenti sconosciuti alla gran parte degli occidentali, lentamente il percorso di Avitabile si delinea: lui stesso racconta in modo coinvolgente le influenze molteplici che hanno ispirato e continuano a nutrire il suo lavoro.
Dalle Note di regia
Stavo ascoltando un programma alla radio mentre guidavo sul George Washington Bridge a New York cinque anni fa, quando ho incontrato per la prima volta la musica di Enzo Avitabile e la mia vita è cambiata. Ero determinato a incontrarlo e due anni dopo ho avuto la possibilità di farlo in occasione di un viaggio a Napoli. Decidemmo allora di provare a girare un ritratto musicale su di lui.