Cate ha undici anni, tanti fratelli e un padre pezzemmerda. Vive alla periferia di Cagliari, ma vorrebbe fuggire: sogna di fare la cantante, non vuole finire come sua sorella Mandarina, rimasta incinta a tredici anni, o come Samantha, la ragazza oggetto del quartiere. Solo Gigi, un vicino di casa, merita il suo amore. Ma oggi, 3 agosto, la vita di Gigi è in pericolo: Tonio, uno dei fratelli di Cate, vuole ucciderlo. Intanto Cate trascorre con Luna, la sua migliore amica, il giorno più lungo della loro vita, tra il quartiere, il mare e le strade del centro. Quando scende la sera, tutto sembra perduto, ma dal nulla compare una bellissima donna: la Coga Aleni, una strega che può leggere il futuro delle persone…
Dalla Scheda PDF di approfondimento
Le belle farfalle, anzi farfalline, nel racconto sono appunto Cate e la sua amica sorella Luna, che hanno la capacità di svolazzare tra i fiori dei loro sogni e desideri, nati in mezzo agli escrementi d’un mondo infantile e animalesco, dominato da pulsioni sessuali che cercano subito facili appagamenti. Qui le donne appaiono fin troppo indulgenti, generose e disponibili a dare piacere e gli uomini dei gran svogliati, ossessivi nel pretenderlo. Salvatore Mereu ha realizzato una versione cinematografica del testo non solo rispettandone il contenuto narrativo, ma soprattutto, che non è poco, “traducendo” la forma narrativa letteraria in una forma narrativa cinematografica coerente con la fonte, efficace e di grande coinvolgimento. Il cinema, si sa, per la forza delle immagini riesce a rendere reale, anzi verosimile, qualunque immaginario. E perciò ha dovuto inventarsi tecniche e convenzioni per suggerire il fantastico, il sogno, il surreale.
Dalle Note di regia
In Bellas mariposas – il racconto, e spero anche il film – realismo disperato e magia si combinano come in una pala d’altare. La lingua si nutre continuamente degli idiomi del luogo e li promuove a nuova forma scritta attraverso il ricorso ininterrotto ad una voce narrante (di chiara derivazione cinematografica, come i suoi continui sguardi in macchina) attraverso la quale la protagonista ci racconta il suo mondo, costantemente minato dalle continue sopraffazioni degli adulti. Parlando degli scrittori della sua generazione e facendo un riferimento non tanto velato al suo lavoro Atzeni, proprio a proposito della lingua, ci dice: “I giovani scrittori d’oggi hanno fatto una vera e propria rivoluzione linguistica, usano un parlato spontaneo, immediato, emotivo. Ed è la prima volta.”