Antonia è il ritratto di un’artista. Antonia Pozzi scrive, in segreto, e non sa che diventerà uno dei maggiori poeti italiani del Novecento. Conosciamo questa sedicenne nella Milano degli anni venti al liceo Manzoni, dove studia; ha tutto l’aspetto di una ragazza comune, ma il suo sguardo investiga il mondo che la circonda con una prospettiva inedita, intima e febbrile.
A partire dall’amore impossibile con il suo ex professore di liceo, viviamo con lei i suoi stimoli, le sue passioni, e i suoi tormenti nella trasformazione dal reale al poetico – sul suo viso, nel suo corpo, nelle fotografie che scatta e sulle pagine che scrive.
Dall’appartamento alto borghese dei suoi genitori a Milano alle strade della città, alla villa a Pasturo in Valsassina, alla vetta di una montagna che le vediamo scalare, nel corso dei dieci anni che attraversiamo con lei, incontriamo le persone che l’hanno sfiorata, toccata e ferita nel suo percorso: amanti, amici, professori, sconosciuti.
La vicinanza con essi è anche intima, ma Antonia si trova su quel sottile filo teso fra arte e vita, e lo attraversa – scrive: “ora accetti d’esser poeta”.
Questi dieci anni saranno gli ultimi della sua vita.