Quando Antonio Focaccia conosce Maria, una donna ricoperta da folta peluria che vive isolata in un convento, non si lascia sfuggire l’occasione e la convince a esibirsi in spettacoli da baraccone. Lei si illude che l’uomo si sia addirittura innamorato di lei. Antonio, che ha sempre vissuto d’espedienti e che oscilla tra pietà verso di lei e comportamento senza scrupoli, pur di non perderla, si decide a sposarla. I due partono per Parigi, dove un impresario vuole scritturare la donna-scimmia. Qui lei si accorge d’essere incinta, e i due tornano a Napoli. Durante il parto però la donna muore, e poco dopo anche il bambino. Antonio, senza perdersi d’animo, reclama i due cadaveri per farli imbalsamare e continuare il suo giro di mostri ambulanti.
Note a margine
Critica del matrimonio basato su cinico opportunismo più che su vero affetto, il film di Ferreri si basa sulla storia vera di Julia Pastrana (1834-60), una donna messicana affetta da hypertrichosis ed esibita in fiere e spettacoli ambulanti da un impresario di nome Theodore Lent (poi morto in ospedale psichiatrico nel 1880). Durante una tournée a Mosca, la donna partorì e morì insieme al figlio, e i due corpi vennero imbalsamati. Dopo una serie di furti, i due cadaveri si trovano conservati all’istituto forense di Oslo. Il film è stato presentato al XVII festival di Cannes (1964).