Chiamano “Accattone” un ragazzo di borgata che non fa niente tutto il giorno e campa alle spalle di Maddalena, una prostituta. Ma quando la ragazza finisce in carcere, trovandosi senza soldi, il ragazzo cerca di tornare dalla moglie che vive con il figlio, il padre e il fratello. Viene respinto e malmenato. Allora cerca di avviare alla prostituzione un’altra ragazza, Stella, troppo ingenua per fare la vita di strada. E se ne innamora. A questo punto capisce che deve cercarsi un lavoro, ma dopo solo un giorno di fatica capisce che non ne è adatto. Si decide quindi a rubare, con alcuni complici della borgata romana, la merce da un camion. Però viene bloccato dalla polizia che lo teneva d’occhio in quanto Maddalena, gelosa, lo ha denunciato per sfruttamento della prostituzione. Mentre cercano di arrestarlo, si dà alla fuga su una motocicletta, ma cade.
Note a margine
«Accattone è un personaggio assolutamente epico, addirittura eroico» (Virgilio Fantuzzi).
«Con Accattone, inseperto di cinema, io avevo semplificato al massimo l’oggettiva semplicità del cinema. E il risultato mi pareva – e, in parte, lo era – quello della sacralità: una sacralità tecnica che poi investiva nel profondo paesaggi e personaggi. Non c’è niente di più tecnicamente sacro che una lenta panoramica. Specie quando questa sia scoperta da un dilettante, e usata per la prima volta. […] In definitiva, la religiosità non era tanto nel supremo bisogno di salvezza personale del personaggio (da sfruttatore a ladro!) o, dall’esterno, nella fatalità, che tutto determina e conclude, di un segno di croce finale, ma era “nel modo di vedere il mondo”: nella sacralità tecnica del vederlo» (Pier Paolo Pasolini, Confessioni tecniche, 1966).