Siamo nel 1943. La contessa Luisa, suo figlio Andrea, il nipote Carlo e Ferruccio, un amico di famiglia, riparano in una villa non lontana da Milano per sfuggire ai bombardamenti. L’arrivo di Lucia, un’operaia sfollata, e di un gruppo di soldati sbandati strappa Andrea alla sua incosciente spensieratezza. Durante un’assenza momentanea della madre, andata a Milano, Andrea accoglie nella villa i soldati, conquistandosi la simpatia del cugino Carlo e l’amore di Lucia. Il gesto coraggioso provoca la delazione di Ferruccio che informa i tedeschi. Messi sull’avviso, i soldati decidono di rifugiarsi in montagna servendosi di un camion sul quale prendono posto anche Lucia, Carlo e Andrea. Ma all’ultimo momento arriva la contessa Luisa e Andrea, subendo sempre l’influenza della madre, rinuncia. Mentre viaggia sulla sicura automobile tedesca che lo condurrà in Svizzera, Andrea sente il crepitio dei mitra che sparano contro il camion uccidendo Lucia. Solo ora si rende conto della tragedia che sconvolge il paese.
Note a margine
Lungometraggio d’esordio del 25enne Maselli, già notevole documentarista, Gli sbandati fu presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, ricevendo una menzione speciale. Si può considerare una delle ultime opere del neorealismo, diversa dai film precedenti per l’attenzione al mondo borghese immerso nel dramma della guerra. In quest’opera si avverte l’influenza di Michelangelo Antonioni, con il quale Maselli ha collaborato a lungo, e di Vittorio De Sica. Una diva collaudata come Isa Miranda ricopre con enfasi il ruolo della contessa. Gli sbandati hanno i volti di aspiranti registi, come Giuliano Montaldo, Jean-Pierre Mocky e Giulio Paradisi. Sono riconoscibili in ruoli secondari il giovane Mario Girotti e la piccola Dori Ghezzi.