Lo squattrinato e becero Zampanò è un acrobata ed esibizionista errante che vive di dimostrazioni e prove di forza nelle campagne più desolate d’Italia. Ad accompagnare Zampanò nel suo girovagare troviamo Gelsomina che, nonostante il suo carattere ingenuo, non riesce a levigare l’indole del terribile saltimbanco. Tra uno spettacolo e l’altro che il forzuto intraprende, Gelsomina incontra un altro acrobata, chiamato ”il Matto”. Il giovane è una guida spirituale ed educata per la quasi sprovveduta clown; il Matto, infatti, cerca di riportare Gelsomina da Zampanò nel nobile tentativo di farlo intenerire un poco. Malauguratamente però, durante un litigio, Zampanò uccide il Matto e ne occulta il cadavere. Gelsomina che ha visto tutta la scena comincia ad accusare segni di disturbi mentali e Zampanò decide di abbandonarla lungo la strada. Da quel giorno, il rozzo Zampanò continua con il suo vagabondare fino a quando, passato ormai qualche anno, viene a sapere della morte della dolce e candida Gelsomina.
Note a margine
Il film vinse un Leone d’argento alla mostra di Venezia e due Nastri d’argento (miglior regia e miglior produzione), dividendo la critica che in parte accusò Fellini d’avere tradito il “neorealismo” verso un misticismo di tendenza cattolica, e in parte apprezzò il ritratto del mondo delle strade di provincia, quasi da “road movie”. Dopo aver preso l’Oscar come miglior film straniero (categoria inaugurata nel 1956 proprio con questo film), Fellini divenne un regista internazionale; le sue suggestioni verso la favola, tra sogno e circo, i suoi personaggi “maschera” di una sua poetica visionaria, il rapporto con la grazia dello stupore e le seduzioni della fantasia, vennero riconosciuti e imitati nel mondo come uno dei contributi più importanti e originali di tutta la macchina-cinema. Dal film, oltre che una canzone di grande successo, sono stati tratti negli anni anche spettacoli teatrali e balletti.