Europa ’51

Anno:
1952
Durata:
113

Sinossi

Irene, il marito George e il piccolo Michele fanno parte di un’agiata famiglia romana del dopoguerra. I genitori di Michele, troppo assenti e sempre impegnati, lo trascurano. Durante una cena con amici il ragazzo tenta il suicidio per attirare l’attenzione. Portato in ospedale, la mamma gli promette di impegnarsi per essere una madre premurosa e attenta. Purtroppo, in seguito alla critica situazione clinica, Michele muore. Irene, disperata, cade sotto choc, fino a quando l’amico Andrea, un giornalista, la porta per le strade della periferia dove regna la miseria e l’abbandono. Irene, per la prima volta nella sua vita, si scontra con il mondo reale delle borgate e decide così di aiutare quella gente in stato di degrado. La donna, aiutando un ragazzo inseguito dalla polizia per aver commesso una rapina, viene accusata di favoreggiamento e portata in questura. Il marito, ottuso, oltre che geloso per un presunto tradimento della moglie con Andrea, è stufo del comportamento di lei, che da qualcuno viene considerata una santa, e decide di far ricoverare Irene in un manicomio, mettendo in discussione la sua salute mentale.

Note a margine

Con questo film Rossellini indaga, in anticipo su molti film della “nouvelle vague” francese (soprattutto François Truffaut, che lo considera un padre, e Alain Resnais) e italiana (basti citare Michelangelo Antonioni), la crisi esistenziale di una donna, in buona parte ispirata alla vita di Simone Weil e interpretata dalla Bergman con grande partecipazione emotiva (le valse anche il Nastro d’argento). Il film viene considerato parte di una sorta di trilogia sulla solitudine, insieme a Stromboli e Viaggio in Italia, con un linguaggio ben più consapevole delle volute sporcature del precedente trittico di guerra (Roma città apertaPaisà, Germania anno zero) e un uso sospeso del fuori campo e del primo piano (sull’asse che passa da Carl Theodor Dreyer a Robert Bresson). La qualità formale, unita ai toni da melodramma e d’indagine psicologica, hanno guidato il film in modo astratto, tanto da essere considerato da alcuni un film troppo intellettuale, ma con il tempo ci si è resi conto piuttosto dell’alto valore di ricerca di un regista a vocazione in fondo scientifica rispetto alla realtà.

Artistic Cast:
Ingrid Bergman (Irene) Alexander Knox (George) Ettore Giannini (Andrea) Giulietta Masina (Giulietta) Sandro Franchina (Michel) Antono Pietrangeli (Psichiatra)
Crew:
regia Roberto Rossellini soggetto Roberto Rossellini Massimo Mida Antonello Trombadori Federico Fellini Tullio Pinelli sceneggiatura Sandro De Feo Ivo Perilli Mario Pannunzio Brunello Rondi fotografia Aldo Tonti montaggio Jolanda Benvenuti scenografia Virgilio Marchi costumi Fernanda Gattinoni musica Renzo Rossellini
Direction notes:
Con questo film Rossellini indaga, in anticipo su molti film della "nouvelle vague" francese (soprattutto François Truffaut, che lo considera un padre, e Alain Resnais) e italiana (basti citare Michelangelo Antonioni), la crisi esistenziale di una donna, in buona parte ispirata alla vita di Simone Weil e interpretata dalla Bergman con grande partecipazione emotiva (le valse anche il Nastro d'argento). Il film viene considerato parte di una sorta di trilogia sulla solitudine, insieme a Stromboli e Viaggio in Italia, con un linguaggio ben più consapevole delle volute sporcature del precedente trittico di guerra (Roma città aperta, Paisà, Germania anno zero) e un uso sospeso del fuori campo e del primo piano (sull'asse che passa da Carl Theodor Dreyer a Robert Bresson). La qualità formale, unita ai toni da melodramma e d'indagine psicologica, hanno guidato il film in modo astratto, tanto da essere considerato da alcuni un film troppo intellettuale, ma con il tempo ci si è resi conto piuttosto dell'alto valore di ricerca di un regista a vocazione in fondo scientifica rispetto alla realtà.

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.