Dopo il servizio militare, Antonio Catalano torna nel suo paesino. È innamorato di Carmela, figlia del pirotecnico del paese, ma le famiglie dei due innamorati si osteggiano e il matrimonio sembra un sogno irraggiungibile. Il lavoro scarseggia nel napoletano, la famiglia di Antonio è povera e numerosa. Il parroco del paese aiuta Antonio proponendogli di dare una mano al sagrestano, ma quando viene fuori che il giovane, per arrotondare, si reca a Napoli, di notte, a fare l’attacchino di manifesti per i comunisti viene scacciato in malo modo.
Carmela, impaziente, chiede ad Antonio di ricorrere all’espediente della “fuitina”: per avere il suo Antonio è disposta ad affrontare il “disonore” di una fuga d’amore con lui, ma neppure questa scelta estrema persuade i genitori che, anzi, la allontanano da casa. Antonio reagisce caparbiamente alla situazione avversa e decide di sposare Carmela malgrado le condizioni sfavorevoli. La solidarietà dei compaesani, che faranno a gara per garantire alla coppia l’indispensabile per vivere, premierà quei “due soldi di speranza”, unica ricchezza dei due giovani.
Note a margine
Palma d’oro al Festival di Cannes, osannato da molti e osteggiato da chi vedeva nel film la resa di un neorealismo che si tingeva di rosa, visto a distanza di anni il film resta un esempio di commedia all’italiana ante litteram, un film che sembra contenere, in embrione, i futuri sviluppi di un genere che esploderà negli anni ’60.
Castellani elabora la sceneggiatura basandosi su interviste a un vero disoccupato e affida a una bravissima Titina De Filippo il compito di tradurre i dialoghi in una sorta di “napoletano universale”, cinematograficamente più commestibile. La storia è incentrata sul personaggio maschile, ma è Carmela (Maria Fiore) che si propone come personaggio vivo e autentico, entrando nella galleria dei grandi personaggi femminili del cinema italiano del periodo (basti pensare alla Maddalena di Bellissima interpretata da Anna Magnani).
Autore solitario e insofferente alle mode, Castellani coglie nel neorealismo gli aspetti più vivaci e cronachistici, in particolare quelli legati al gioco della recitazione che diviene quasi “gioiosa”, all’insegna del sorriso. La sua regia è improntata a un formalismo che, rispetto alla lezione neorealista, sembra voler mediare l’impatto naturalistico attraverso la ricerca di uno stile che proseguirà nelle opere successive anche televisive.