Nicola ha quarant’anni, è proprietario di una fabbrica, ereditata dal padre, sull’orlo del fallimento. Nicola è strangolato dai debiti e dalle banche, nella Torino che vive la grande crisi economica che soffoca tutto il paese. Ma è orgoglioso, tenace. Ha deciso di risolvere i suoi problemi senza farsi scrupoli, esattamente come le finanziarie che lo vorrebbero al tappeto. Laura, sua moglie, è sempre più distante. La sta perdendo, se ne è accorto, ma non fa nulla per colmare la distanza che ormai li separa. Assediato dagli operai che lo pressano per conoscere il loro destino, in attesa di concludere una joint venture con una compagnia tedesca, Nicola avverte che qualcosa sta turbando l’unica certezza che gli è rimasta: il matrimonio. Ma invece di aprirsi con Laura comincia a sospettare di lei. E a seguirla di nascosto. Tutto precipita. I tedeschi rifiutano l’accordo e Laura annuncia che ha intenzione di separarsi. Nicola annaspa e tira fuori il peggio di sé. Poi la ruota della vita di Nicola gira. Tutto sembra tornare a posto: l’azienda, il matrimonio, il successo sociale. Ma Nicola ha più di un segreto da nascondere…
Dalla Scheda PDF di approfondimento
Montaldo affida prevalentemente alla composizione accurata dell’inquadratura, soprattutto negli esterni, il compito di rappresentare lo scollamento tra i personaggi e lo sfondo. La Torino desaturata dalla fotografia di Catinari (il colore ridotto a un residuo appena percepibile sui volti degli attori) viene filmata privilegiando i severi scorci monumentali, muti testimoni dell’attuale tragedia e insieme segni potenti di un passato col quale sembra impossibile ripristinare una qualsiasi forma di continuità. Nicola si muove freneticamente all’interno di uno spazio costruito per sottolineare, anche attraverso le sproporzioni scalari tra ambiente e figura umana (nei totali, quasi espressionistici, composti più sullo sfondo che sulla centralità dei personaggi), proprio la perdita d’ogni possibilità di incidere sul reale, l’inutilità di ogni sforzo che intenda riconquistare un rapporto autentico con un mondo fattosi estraneo e irraggiungibile.
Dalle Note di regia
Andrea Purgatori è un gagliardissimo compagno di lavoro. Una delle prime sequenze scritte nella sceneggiatura è la visione di una fabbrica occupata. Striscioni con dure frasi di protesta stesi lungo la cancellata, bandiere dei sindacati, tende con brande e coperte, operai intorno ai fuochi per proteggersi dal freddo intenso. Ciò che era scritto nella sceneggiatura è stato realizzato con il talento dello scenografo Francesco Frigeri e la scena – con i volti tesi, tra dolore e rabbia, degli operai e con la livida luce creata da Arnaldo Catinari – era così reale che, subito, scattò l’allarme in tutta la zona. Madri con i figli in braccio, passanti, negozianti tutti con l’angoscia che quella finzione potesse essere realtà.