L’estate di Giacomo

Anno:
2011
Durata:
78

Sinossi

Siamo nella campagna friulana. È estate. Giacomo, diciotto anni, rimasto sordo da piccolo, e Stefania, sua amica d’infanzia, sedici anni, vanno al fiume per un picnic. Come in una fiaba incantata, si smarriscono nel bosco per ritrovarsi in un posto paradisiaco, soli e liberi, durante un pomeriggio che sembra durare il tempo di un’estate. Un apprendistato dei sensi: non ci si tocca, eppure si è tutti pelle, respiro e soffio. La sensualità accompagna i giochi da bambini, finché Stefania e Giacomo non sentono che l’avventura, che hanno appena vissuto, non è altro che un ricordo dolceamaro di un tempo perduto. Una storia d’amore e d’iniziazione alla vita adulta, dove il presente si mescola al ricordo e il passato risorge con la chiarezza e lo stupore della prima volta. I ricordi non sono solo ciò che ciascuno di noi porta in sé e che improvvisamente ritrova. Sono anche vere e proprie scoperte. Bisogna sapere che noi non vediamo mai le cose una prima volta, ma sempre la seconda. Allora le scopriamo e insieme le ricordiamo.

Trailer:
Artistic Cast:
Giacomo Zulian Stefania Comodin Barbara Colombo
Crew:
scritto e diretto da Alessandro Comodin fotografia Tristan Bordmann Alessandro Comodin suono Julien Courroye assistente alla regia Marie Géhin montaggio João Nicolau Alessandro Comodin montaggio del suono Florian Namias prodotto da Paolo Benzi (Faber Film) Alessandro Comodin e Marie Géhin (Les Films Nus) Réjane Michel e Valérienne Boué (Les Filns d'ici) in coproduzione con Kathleen De Béthune Stéphane Lehembre Yov Moor Thomas Bertacche Sabrina Baracetti
Direction notes:
«L'estate di Giacomo è forse il primo film a cui ho pensato in assoluto. All'epoca non era un film di cinema, era una storia, probabilmente un'allucinazione. Sulle rive del fiume Tagliamento ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza: ne conosco ogni più piccola sensazione, suono e odore. Fanno parte di me quel senso di noia e abbandono, e allo stesso tempo di avventura possibile, quasi da favola, che contraddistinguono quel paesaggio naturale. Ho conosciuto Giacomo quando era un bambino, era il fratellino del mio migliore amico. Giacomo era sordo. Dieci anni dopo Giacomo aveva la stessa età di quando io scelsi di partire dall'Italia e stava per compiere un passo molto importante: voleva operarsi per sentire per la prima volta in vita sua. Nella sua decisione c'era qualcosa di fantastico. La sua storia mi è apparsa come una fiaba moderna in cui il protagonista diventa quell'eroe che, attraverso un'operazione chirurgica, si trasforma in ciò che aveva sempre sognato di essere. Ciò nonostante volevo lavorare con la realtà, con immagini concrete, grezze, ruvide, come sono quelle del documentario. Immaginavo un film che avrebbe seguito Giacomo durante tutta la sua metamorfosi. Sentivo profondamente che, se avessi perseverato a cercare la fiaba nella realtà, a un certo punto la realtà si sarebbe trasfigurata, come in un sogno a occhi aperti. Ho accompagnato Giacomo nei primi due anni della sua metamorfosi durante i quali ho cercato assieme a lui il modo migliore per raccontarla. L'intento era di rendere la realtà il più astratta possibile, così da rarefarla e farla diventare una sensazione, un sentimento. Ho filmato frammenti di vita quotidiana, provocando situazioni o aspettando che le cose succedessero. Istintivamente ho messo Giacomo in luoghi e situazioni dove non si sarebbe mai trovato altrimenti. I luoghi erano quelli dove mi rifugiavo quando avevo la sua età, quelli in cui mi sentivo bene: i luoghi della mia memoria, dei miei ricordi. Oggi, di fronte a me, Giacomo, le sue reazioni e il suo sguardo quasi vergine. Sono arrivato a L'estate di Giacomo per attesa e decantazione. Le immagini mostravano da sole la loro ragione d'essere e raccontavano la misteriosa sensazione che mi aveva rimandato indietro nel tempo. Il miracolo che Giacomo aspettava per sé e quello che io con lui speravo per il film si è rivelato, ma non come ce l’aspettavamo. La metamorfosi di Giacomo, questa storia straordinaria, si è manifestata, semplicemente, nelle piccole cose, nei piccoli gesti, le piccole conquiste che si fanno a quell'età, le sensazioni che ci fanno diventare grandi e che ci spingono verso l'altro. Ecco qui il vero miracolo. Non so ancora quanto di me avevo sentito in Giacomo per decidere di farne un film, né quanto Giacomo mi abbia fatto rivivere delle sensazioni che credevo di aver scordato per sempre. So di sicuro, però, di aver condiviso assieme a lui ricordo e presente, allucinazioni e realtà, finzione e documentario, in un'esperienza comune, fugace quanto l'estate, intensa quanto una timida carezza.» Alessandro Comodin

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.