L’ostinazione, l’eccesso, i patimenti nella vita e nelle opere dell’esploratore cineasta e fotografo Alberto Maria De Agostini (1883-1960) arbitrariamente reinventate. Partito come missionario a 26 anni da un paesino del Piemonte, raggiunse nel 1910 la Patagonia e la Terra del Fuoco. Scalò montagne, scoprì fiordi ed esplorò ghiacciai dando loro i nomi. Di fronte allo struggimento e al dolore della scomparsa degli ultimi indios non seppe usare altre parole che quelle impressionate sulle sue lastre fotografiche o sui fotogrammi del suo bellissimo film Terre Magellaniche. Tutto questo però finisce in un immaginario e caotico magazzino della memoria, in mezzo a tristi residui accatastati della “civiltà dei bianchi”, dove due ragazzi frugano (assistenti del passato, topi instancabili, ingenui esaltati) alla ricerca di tracce dell’artista, in Italia quasi uno sconosciuto. Gli indios, fantasmi ancora presenti, faranno loro compagnia nel ricordare il loro assassinio e quello di una natura e di una terra derubate dai colonizzatori.
Per questi stretti morire
Sinossi
Trailer:
Artistic Cast:
Federico Tolardo
Emanuele Buganza
Crew:
scritto, filmato e montato da
Giuseppe M. Gaudino
Isabella Sandri
musiche
Epsilon Indi
produzione
Gaundri S.R.L.
produttore
Giuseppe M. Gaudino
con il sostegno di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Piemonte Doc Film Fund
con la collaborazione di
Museo Nazionale della Montagna - Cai - Torino
Museo "Maggiorino Borgatello" Punta Arenas, Cile
IILA Istituto Italo-Latino Americano - Roma
Università di Cassino
scenografia
Giuspepe M. Gaudino
costumi
Alessandra Torella
Giuseppe Gaudino
aiuto regista e casting
Emanuele Donadio
consulente scientifico
Nicola Bottiglieri
Direction notes:
«Mentre i miei medici per amore sono divenuti cosmografi, e io la loro mappa, che giaccio piatto su questo letto, perché possano mostrare che questa è la mia scoperta sud-occidentale, per "fretum febris", per morir per questi stretti, gioisco che in questi stretti io vedo il mio Occidente, poiché seppur le loro correnti a nessuno concedano ritorno, che male potrà farmi il mio Occidente? Come Occidente e Oriente in tutte le mappe piatte (e io ne sono una) son una cosa sola, così la morte tocca la Resurrezione» (John Donne, 1623).
«Del De Agostini non è rimasto niente. Niente di personale. Non ci sono diari, taccuini, note, confessioni. Ci siamo spesso chiesti in questi tre anni di lavoro e indagini di cosa fosse fatto. L'unica risposta che abbiamo avuto è un'immagine, questa dell'Uomo-Mappa. Lui è il suo luogo, il luogo che ha amato, che più che emblema simbolo metafora, ne è il corpo. Quello che crediamo è che si sia accartocciato su se stesso, ricongiungendo le due estremità della mappa e trovando il suo paradiso semplicemente nel senso della sua opera.»
Isabella Sandri e Giuseppe Gaudino
Selezione film
La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.