La scuola è finita

Anno:
2010
Durata:
85

Sinossi

Istituto Pestalozzi, Roma. Una scuola pubblica come tante, dove alunni e professori condividono ormai la stessa noia e lo stesso sfinimento.

Ci sono anche momenti di gioia, però. Alex Donadei li distribuisce a pagamento in pasticche colorate, durante la ricreazione. Ecco perché Alex è così popolare tra i ragazzi, e così poco amato dai professori.

Fanno eccezione la professoressa Daria Quarenghi, che col suo Centro d’ascolto è impegnata in un solitario tentativo di salvare il ragazzo, e il professor Talarico, che una mattina se lo vede affibbiare in classe dalla Preside.

Non sono due professori modello, Daria e Talarico, anzi a dirla tutta sono in un momento della vita in cui sembrano entrambi aver perso la bussola. E recuperare uno come Alex, che la scuola l’ha presa storta da sempre, sarebbe un’impresa anche per professori migliori di loro.

Come se non bastasse, Daria e Talarico entrano in competizione tra loro e si contendono le attenzioni del ragazzo, intessendo con lui un rapporto educativo e affettivo fuori dalle regole, coinvolgendolo nei propri problemi e nelle proprie passioni.

Trailer:
Artistic Cast:
Valeria Golino (Daria Quarenghi) Vincenzo Amato (Aldo Talarico) Fulvio Forti (Alex Donadei) Antonella Ponziani (Serena Donadei) Marcello Mazzarella (Michele) Alfio Sorbello (Yuri) Gianluca Belardi (Enrico) Paola Pace (Preside) Silly Togni (Ispettrice) Gea Martire (Prof.ssa Rosati) Marina Biondi (Prof.ssa Toniolo) Vittoria Piancastelli (Prof.ssa Laurenti) Erika Urban (Prof.ssa Venanzi) Sergio Meogrossi (Prof. Di Gennaro) Paolo Giovannucci (Prof. Gabrielli) Marco Zangardi (Prof. Filzi) Anna Pititto (Psicologa) Cecilia Broggini (Giornalista) Roberta Fossile (Avvocato)
Crew:
regia Valerio Jalongo sceneggiatura Valerio Jalongo Francesca Marciano Daniele Luchetti Alfredo Covelli fotografia Stefano Falivene montaggio Mirco Garrone scenografia Giada Calabria musica Francesco Sarcina prodotto da Ameuropa International Amka Films Productions RAI Cinema
Direction notes:
«Nessun apprendimento vale qualcosa se toglie la gioia.» Heinrich Pestalozzi «La scuola è finita è ambientato nell'Istituto Pestalozzi, in onore del grande pedagogo che mette al centro del processo educativo la crescita emotiva e morale dei ragazzi. È una scuola meno fotogenica dei licei forse, meno edificante sicuramente, e forse a qualcuno sembrerà surreale. Eppure il 70% dei ragazzi italiani frequenta proprio scuole come questa, non il liceo classico o scientifico. L'idea iniziale per il film mi è venuta una sera al Big Mama al concerto di uno strano gruppo, i Riding Sixties, che suonano impeccabili cover di canzoni Rock anni '60 e '70. Ma non è il loro repertorio che li rende strani, quanto il fatto che la band è composta da due miei colleghi professori del "Rossellini" e dai loro studenti. Quella sera c'erano anche tanti miei allievi: allegri, entusiasti, così diversi dall'apatia che mostravano in classe. La bellezza condivisa di quelle vecchie canzoni, l'orgoglio e il panico dei ragazzi che si esibivano insieme ai loro professori... in quel momento mi è sembrato che quella gioia e quell'emozione che univa due generazioni fosse il segreto che ogni giorno cercavamo a scuola: cos'è che funziona, cos'è che può davvero aiutare un ragazzo, cos'è che può farlo crescere oltre il limite che il suo ambiente, la sua storia lasciano prevedere? Da quel giorno, ho sempre pensato a La scuola è finita come a un film musicale. Nel lungo percorso che ci ha condotto al film, ho realizzato insieme ad altri colleghi un video-diario: dal primo appello il primo giorno di scuola, per tre anni abbiamo documentato la vita di una classe. Volevamo capire perché, tra bocciature e abbandoni, più di un terzo degli studenti si perde per strada e non arriva mai al diploma. A poco a poco, attraverso l'obbiettivo di una palmare, ho visto ciò che come insegnante respingevo alla periferia della coscienza: la "noia", una noia metafisica, totale. Nei primi piani degli studenti leggevo una distanza abissale dalla scuola, come se qualcuno non fosse neanche riuscito a spiegare loro perché dovevano stare lì dentro. Per intervistarli siamo anche entrati in molte case. All'inizio accusavamo uno strano disagio, c'era qualcosa che ai nostri occhi rendeva esotiche e nude le loro camerette... Ognuna aveva la sua playstation, la tv, qualche volta il pc. Quasi mai libri. Le madri a volte mi confidavano che per far studiare il figlio dovevano leggergli il libro di testo ad alta voce. A quindici anni un ragazzo in media ha passato più tempo davanti alla tv che sui banchi di scuola. Come fa un povero professore a mettersi in sintonia con migliaia di ore di calcio, di pacchi miracolosi, di... anestesia? Possibile che un paese spenda miliardi per la scuola ma non riesca ad avere una televisione che per esempio sappia spiegare a una famiglia, prima che sia troppo tardi, che c’è un rapporto diretto tra numero dei libri in casa e successo scolastico di un ragazzo? Allora perché meravigliarsi se in La scuola è finita questi ragazzi sono spaventati, incapaci di orientarsi, pieni di rabbia o di cinismo verso quello che li aspetta là fuori? L'ambientazione del film rappresenta in modo fedele istituti scolastici che abbiamo visitato e fotografato: nulla è inventato. Io stesso ho insegnato un paio d'anni in un'aula che assomiglia molto a quella del film: il mostro che incombe sulla lavagna, un buco nella porta. Ho avuto ragazzi che rientravano in classe dal "bagno" con espressioni strane, o improvvisamente andavano fuori di testa. Li ho spiati mentre spacciavano a ricreazione in qualche angolo di scuola poco frequentato: e so che il mio non è purtroppo un caso isolato. Non sono così ingenuo da pensare che la droga sia il vero problema, ma credo sia inaccettabile, come ormai invece succede, che si tolleri lo spaccio e il consumo di droga all'interno delle mura scolastiche. Il trattamento originale del film s'intitolava Laria ed è stato finalista al premio Solinas 2002.» Valerio Jalongo

Selezione film

La rete degli spettatori porta film di qualità nelle sale e nelle scuole, facendo incontrare il pubblico con registi, sceneggiatori e attori.