Premio allo spettatore e #spettatorepro: ecco i vincitori!

L’emergenza Covid è tristemente scoppiata proprio nei giorni in cui Rete degli spettatori era pronta per annunciare i vincitori del Premio allo spettatore, concorso lanciato nell’àmbito della rassegna A TUTTO SCHERMO e di #spettatorepro, il concorso rivolto ai ragazzi delle undici scuole partecipanti al nostro progetto didattico per il Miur #diventaspettatore.

Un grande grazie a tutti gli spettatori che hanno scelto i film della nostra selezione di A TUTTO SCHERMO e ai magnifici ragazzi delle undici scuole che hanno aderito al progetto #diventaspettatore.

Un grazie speciale a tutti coloro che hanno partecipato al nostro contest, i vostri contributi sono stati preziosi, non era possibile premiarvi tutti, ma ci sarebbe piaciuto poterlo fare, perché voi, con la vostra partecipazione, tutte le recensioni, i commenti, i lavori create i piccoli legami che si intrecciano a formare la Rete degli spettatori.

In clima di riapertura possiamo finalmente proclamare i nostri vincitori!

 

Premio allo spettatore

Vincono il Premio allo spettatore Francesco Fusar Poli con la sua recensione di Selfie

e Viola Prati per il miglior commento

 

 

La nostra giuria  ha deciso di attribuire una menzione speciale anche a  Mahmoud Elgamassy, Adriano Reali e Alice Siesto, che riceveranno la borsa di tela di Rete degli spettatori, dedicata al Centenario del Maestro Federico Fellini e disegnata per noi dal bravissimo Lorenzo Colangeli.

 

concorso #spettatorepro

I vincitori del nostro concorso #spettatorepro per la categoria dei lavori di gruppo sono le classi I, IV e V della sezione G, indirizzo di Linguaggi della comunicazione, del Liceo Salvemini di Bari, che dopo la lezione con il nostro esperto Oscar Iarussi e la visione in sala dei film Reality di Matteo Garrone e Bellissima di Luchino Visconti hanno raccolto la nostra sfida di immaginarsi responsabili del lancio del film e realizzato il bellissimo sito trafinzioneereality.com e un profilo Instagram dedicato @reality_garrone

Per la categoria #spettatorecritico la recensione vincitrice è quella di Viviana Campanello, della V G del Liceo Salvemini di Bari.

La nostra giuria ha deciso di attribuire alcune menzioni speciali e premiare con la borsa della nostra associazione anche le recensioni di

  • Giorgia Loschiavo, IV G, Liceo Salvemini di Bari
  • Maria Teresa Sirufo, III A, Liceo Aldo Moro di Praia a Mare
  • Pietro Lucia, III A, Liceo Aldo Moro di Praia a Mare

Ecco la bella recensione di Viviana:

Unreal

Raccontare la realtà è difficile; raccontarla in un mondo che non sa più cosa sia, quasi impossibile. Ecco la sfida di Garrone: farlo attraverso la storia di un uomo drammaticamente mediocre col sogno del riscatto sociale attraverso la fama televisiva.
In Reality tutto è decadente, sin dal contesto socio-culturale della periferia napoletana in cui è ambientata la vicenda. Prima del protagonista conosciamo la sua numerosissima famiglia, grottescamente agghindata per un matrimonio talmente improbabile, kitsch, sopra le righe da risultare estremamente vero; poi i colori brillanti, aggressivi, spregiudicatamente carichi si spengono e incupiscono nella lunga carrellata in cui gli stessi personaggi, nel privato delle loro camere, si spogliano dell’ostentazione mattutina per tornare alle loro modeste vite.

È un primo assaggio di quella cultura dell’apparenza su cui riflette il film: a dispetto del titolo, una critica non tanto alla televisione e ai suoi programmi di dubbia qualità, quanto al pubblico, bombardato da impressioni artificiali, portato a rifugiarsi in un mondo illusorio in cui tutto ciò che è genuino è incompatibile con la massificazione.

Ecco dunque la parabola di Luciano: sentendosi costantemente sotto l’obiettivo di telecamere poste ovunque per metterlo alla prova e giudicarlo, e determinato a soddisfare i gusti dei suoi invisibili esaminatori, diventa attore di un se stesso immaginario, fino a distruggere da ogni punto di vista quello originale.

Garrone dà alla vicenda un taglio documentaristico, crudo e realista attraverso tecniche di ripresa come i piani sequenza e una regia sempre funzionale al racconto. L’unica eccezione è nella scena finale, ben lontana da un lieto fine in cui Luciano possa prendere consapevolezza della realtà: il suo sogno ad occhi aperti si dispiega sullo schermo in una serie di soggettive ambigue, e siamo lasciati a formulare ipotesi su cosa sia davvero successo tra musiche fiabesche e la risata liberatoria del protagonista.

 

 

 

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