Morando Morandini era un critico cinematografico diverso da tutti gli altri.
Ultraottantenne, attraversava Milano in tram per andarsi a vedere i film in sala, mentre ormai critici molto più giovani preferiscono vederseli comodamente a casa, con un dvd o un link.
Era famoso per il suo dizionario del cinema, ma questo non l’aveva mai reso un critico istituzionale, di quelli che scrivono bene di un film solo perché realizzato da un autore importante, per poi sparlarne a cena con gli amici.
Morando vedeva tutti i film italiani, sistematicamente, anche quelli di esordienti e piccole produzioni indipendenti che le sale lasciano affacciare per fuggevoli apparizioni: film invisibili li aveva definiti. Quando parlava dei film italiani di qualità che il mercato emarginava, c’era nella sua voce una serietà, una partecipazione, un’indignazione che nascevano dalla capacità di leggere, nello stato dell’industria cinematografica italiana, i sintomi di una più ampia débâcle culturale e politica del nostro paese.
Noi della Rete degli Spettatori vogliamo ricordarlo anche come colui che ha ispirato e accompagnato la nostra attività.
Il 3 febbraio 2012, Morando arrivò da Milano per partecipare al battesimo della nostra prima selezione. Al termine della presentazione sembrava di essere finiti in un film di Buñuel: tutti chiusi dentro, non si poteva uscire dalla Casa del Cinema… Roma era completamente bloccata per una nevicata. Senza scomporsi, quel giovane di 88 anni uscì con passo sicuro e attraversò la città a piedi sotto la neve, per raggiungere la casa della figlia Lia.
Morando era un uomo che amava il cinema perché, come il nostro cinema migliore, continuava a immaginare e a sognare un’Italia diversa: a pochi, come scherzava Fellini, capita di diventare un aggettivo. Forse altrettanto raro è diventare un sostantivo.
Viva il Morandini!
Valerio Jalongo
Presidente della Rete degli Spettatori