In piena speculazione edilizia, un palazzo di Napoli crolla con morti e feriti. Il costruttore, Eduardo Nottola, consigliere comunale, viene denunciato, ma se la cava: cambia partito, passa dalla destra al centro, trova nuovi appoggi politici e si ricandida alle elezioni comunali. Poiché molti sono compromessi con i suoi affari, diviene addirittura assessore all’edilizia. Resta solo uno piccolo gruppo di sinistra che si oppone ai suoi intrallazzi.
Note a margine
Pietra miliare del cinema italiano e nascita, assieme a Salvatore Giuliano dell’anno precedente, sempre diretto da Francesco Rosi, del cinema civile in Italia, Le mani sulla città è una delle più spietate e dirette denunce della corruzione e della speculazione edilizia mai affrontate da un film di finzione.
Come sempre nel suo cinema, Rosi (sceneggiatore con Raffaele La Capria, Enzo Provenzale ed Enzo Forcella) parte da una struttura vicina al genere per poi procedere con rigore e ritmo serrato come un’inchiesta giornalistica: l’obiettivo è la collusione tra costruttori, criminalità e politica nella Napoli in fermento e trasformazione del boom economico. L’ideologia del film sta nella didascalia che lo apre: “I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce”.
Un film che con la sua sincerità e la sua vicinanza alla verità politica e sociale della città (Rosi scelse molti attori tra la popolazione locale e coinvolse il consigliere comunale Carlo Fermariello) ha scosso il paese mostrandone un viso oscuro che la Democrazia Cristiana, nella persona del ministro dell’interno Mariano Rumor, cercò di nascondere ulteriormente intimando al produttore Nello Santi la non distribuzione del film.
Non ci riuscì, e nonostante le polemiche dell’associazione costruttori, Le mani sulla città vinse il Leone d’oro a Venezia e conquistò 5 candidature ai Nastri d’argento (regia, produttore, soggetto, Salvo Randone come attore non protagonista e la musica di Piero Piccioni). Le polemiche divennero un ironico paradosso nel 2005, quando Rosi grazie a questo film ottenne la laurea honoris causa in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale presso l’Università degli studi di Reggio Calabria.